domenica 10 agosto 2008

UN NUOVO SUPER EROE



IL FUTURO HA IL NOSTRO NOME


La storia è semplice; può sembrare la solita.
E in effetti è così.
O forse no.
Ogni dramma, per quanto scontato e ripetitivo, è una piccola tragedia umana, per chi lo vive in prima persona e per le persone che ne vengono coinvolte anche per sbaglio, come un sasso lanciato in un putrido stagno; cerchi concentrici di dolore e disperazione, un altro essere umano vittima della cattiveria della vita o delle persone che la quasi sperimentano, mandando avanti questo palcoscenico malsano che da più di sei milioni di anni chiamiamo terra.
È sul grattacielo, la testa un'accozzaglia di cose tristi e insieme raccapriccianti; tutta la sua vita davanti.
Non è poi molto, rispetto agli altri (almeno ciò che pensa).
Guarda di sotto, le persone da qui sono piccole, piccole, piccoli insetti produttivi, un gigante formicaio dove si lavora per gloria, inerzia, e una regina che nessuno ha visto mai, probabilmente perché ci hanno messo a credere che esiste.
Ma non c'è.
Bugia.
Bugiardi.
Le formiche.
Come sempre.
Per tutti i 26 anni del suo cammino; ancora una volta noncuranti di questo puntino in cima al grattacielo, un puntino che presto diventerà un punto che poi sboccerà come il fiore più amato e temuto di questo fottuto formicaio dove, se solo lui volesse, potrebbe indossare il volto di quella regina per cui tutti ogni giorno si svegliano e vanno a vivere le proprie vite, un vero motivo, una prova tangibile per spiegare tutto e accettarlo così com'è.
Infinito.
La vita è semplice come un chicco di riso, eppure guardate cosa è successo.
Solo colpa nostra.
Il cuore in gola, forse gli ultimi attimi.
E pensare che c'è gente che è andata avanti per il doppio se non di più dei suoi anni, tutte le volte a fare le stesse cose, gli stessi errori, ogni giorno.
La storia la scrive chi vince la guerra non è importante; è importante ricordare che la storia non la usiamo come esempio o coscienza; continuiamo a fare i soliti sbagli, nonostante siano evitabili, in quanto li abbiamo di fronte agli occhi, sui libri e nelle teste degli altri.
Eppure li ignoriamo, continuando imperterriti.
Ancora qualche secondo prima della fine.
Tutto il detto, il fatto, lo sperimentato, il donato, ora non contano niente; soltanto qualche micro granello di energia nel cosmo che presto nessuno ricorderà più.
Tutto ciò che fai si riduce a granelli invisibili e dimenticabili.
È deciso, ora non ha più paura perché si rende conto che tutto è sempre stato menzogna, una serie di zeri che sommati ridanno comunque un risultato.
Un risultato che non vale la pena.
Mette il primo piede nel vuoto e il cuore picchia, soffre, organo indipendente che non vuole che si scelga per lui.
Vuole continuare a battere ancora per molti anni.
A lui non interessa, egoista com'è sempre stato che gliene può fregare, tanto ora è la fine.
Un istante.
Cinque secondi di lucidità assoluta, neanche il tempo per capire quel famoso misterioso segreto e sbam, sull'asfalto.
Si chiede, dal momento in cui un morto ha ancora attività cerebrale per cinque, dieci minuti: sarà valido lo stesso questo discorso per un cervello spappolato?
Dicono che in quei cinque infiniti minuti si capisca davvero il segreto della vita, anche se un segreto vero e proprio non c'è.
Nulla nullo.
È quest'altra considerazione che lo porta ancora più vicino all'orlo.
Manca soltanto un altro passo per far cessare le trasmissioni.
Una lacrima scende per forza; si sta sforzando, è una scena che ha già visto in qualche film da domenica pomeriggio alle quattro, quando non hai voglia di uscire, figuriamoci di alzarti, prendere il telecomando e cambiare.
O spegnere.
Un'altra illuminazione; non è più in grado di provare sentimenti; sforzarsi di avere compassione di sé forzatamente nell'ultimo istante di vita.
Patetico.
Che schifo.
Allora hanno davvero vinto loro.
L'hanno fatta anche a lui.
Tutti quegli anni a cercare di stabilire rapporti con gli altri, cechi millantanti saggezza e coscienza.
Come lui; fino ad ora.
È un'anima troppo preziosa per finire spiaccicata sull'asfalto.
Non è ancora deciso del tutto ma fa un passo indietro; bisogna valutarla bene questa cosa.
Sei miliardi di egoisti bastardi che fanno ciò che la scatola dice di fare.
Sei miliardi di zombie che una volta erano tutti diversi l'uno dall'altro e ora stanno diventando un unico, preoccupante corpo gigante amorfo omologato che va avanti perché così è scritto, nessuno sa dove, nessuno sa se sia davvero scritto.
E se la televisione bombarda di immagini, creando la realtà oggettiva, allora vale ancora la pena leggere?
Un conato di vomito, questo è puro schifo per la razza umana, l'unica razza che si sente superiore alle altre.
L'unica razza che commette sbagli che le altre razze neanche possono immaginarne l'esistenza.
L'unica razza che si è autodivisa in sottorazze, così da creare il caos e il panico comunque.
Porgi l'altra guancia dovrebbe essere il motto di tutti mentre invece l'unico motto che hanno applicato è dividi e conquista, nulla di più vero.
Allora davvero non vale la pena; insomma, andare avanti a fare analisi inutili che non servono, se non a peggiorare le cose, stare male, stare peggio, fino alla fino.
Fino.
Com'è fino ora il suo cuore; non è mai stato grande e ora sta quasi per scomparire.
Non ha senso; vendicativo.
La vita ti ha sconfitto, lo sai.
E ora sorridi.
Il sole sta sorgendo, hai capito cosa devi fare.
Stai tornando di sotto, pronto per vivere una nuova vita da eroe.
Questo mondo ha bisogno sul serio di un super eroe, un esempio da seguire, che apra i cuori e le coscienze delle persone, che faccia capire loro cos'è davvero giusto per vivere questo meraviglioso dono che è la vita, lontano dagli schemi di giustizia che ci hanno propinato tutti questi secoli, in nome del niente e dell'arricchimento, sempre di qualcun altro.
Un eroe che non combatte per la gloria o per megalomania; un eroe che combatte perché vuole che il mondo diventi davvero un posto meritevole di esistere.
La bocca spalancata; un nuovo giorno è cominciato, una nuova coscienza è risorta, e ci ha messo una notte soltanto, contro i canonici tre giorni dell'esempio più sbagliato che esiste, eppure che molti seguono.
Dopo una vita di rinunce e fallimenti voluti, ora il sole sorge solo per lui che ha capito, che non commetterà più i soliti sbagli, che insegnerà qualcosa a qualcuno ogni giorno e contemporaneamente imparerà il doppio degli altri, in ogni momento.
E i criminali, quelli veri, dovranno tremare.
Il mondo non è andato a puttane per colpa degli assassini e dei pedofili.
Il mondo ha cessato di essere perché la gente si è dimenticata cosa sia un ragionamento, un pensiero, o la bellezza pura e semplice di un tramonto.
O di un'alba, come questa che sta portando con se la nascita del nuovo salvatore, un messia tutt'altro che solare; crepuscolare, più negativo di quello che si inventarono i romani.
Sarà un messia giusto, che mobiliterà gli uomini, li farà crescere intellettualmente.
L'era della spiritualità è finita; erano solo scuse per appesantire le tasche degli avidi, come sempre è stato.
Grazie a lui, l'era della nuova ragione, un nuovo illuminismo collettivo che prima distruggerà tutti e poi li farà risorgere.
Tre secondi, tre giorni, dieci anni; la priorità è risorgere, tornare dal mondo dei morti con un bel vaffanculo tra le labbra, una bella risata e poi a costruire il vero futuro.
Grazie a lui; fino a cinque minuti fa stava per mettere il piede fuori dal mondo e ora cammina per strada sorridente, vittorioso, ebbro di vita.
La assapora, la sente, mai aveva saputo cosa fosse e ora che lo sa non può più farne a meno perché la ama e ha capito che è l'unica cosa che conta.
Piange; non sempre si piange di tristezza.
Eppure non è così.
Un mondo di gente che piange tutti i giorni perché è grata a se stessa e non a porci invisibili guardoni.
Il peso che ha sulle spalle è tanto ma lui non lo sente.
Non ancora.
Il mondo risorgerà grazie a lui, ma nessuno dovrà essergli grato; risorgi soltanto con le tue forze.
La resurrezione non è un sacchetto della spesa troppo pesante che ti viene portato su per le scale da qualche passante misericordioso.
Aprire gli occhi non è mai stato così difficile, figuriamoci farli aprire agli altri.
Eppure lui sente che ce la farà. Non sa con quali mezzi, il lavoro sarà duro, altamente fallimentare, eppure lui ha nel cuore un qualcosa che tutti si sono scordati che esiste.
Speranza.
Una nuova vera luminosa speranza.
Tu sei il più grande regalo che puoi farti; non dimenticartelo.

1 commento:

Alessandro ha detto...

In forma smagliante e con grinta da vendere. Se il buon giorno si vede dal mattino, se poco poco ti si scalda la mano, vengon fuori cose di un bell'impatto davvero. Alla prossima man!