domenica 21 dicembre 2008

CHARLES DICKENS, ANCHE QUEST'ANNO... BECCATI QUESTA

E' il secondo natale che questo blog esiste. L'anno scorso ho scritto una mia versione di "canto di natale" che non c'entra 'na mazza con quella di dickens; volevo creare urbani miti natalizi.
Penso di avercela fatta. Quest'anno ho scritto la continuazione.
Per chi non avesse letto la vecchia storia http://odiotarantino.blogspot.com/2007/12/post-natalizio.html
La prossima settimana penso di pubblicare un saggio che ho scritto sul presepe.
Buon divertimento... e per chi ci crede "Buone feste".
Non bevete troppo e evitate la carne alla vigilia; quello potrebbe incularvi!!!


Sopratutto, grazie a tutti per le soddisfazioni che mi date.

Siete in tanti che apprezzate i miei deliri e la cosa mi fa piacere... almeno non sono del tutto gratuiti, no?
... in inglese questa si chiama "question tag" ma non penso serva molto se sei senza lavoro e abiti in italia.
E più passa il tempo più si vocifera di quella legge berlusconiana per la quale i blog diventeranno fuori legge e potranno averli solo commercianti con partita iva e potranno parlare solo ed esclusivamente di pippe commerciali.
Ma non importa; finchè ci sarà alcool ci sarà speranza.
E molta più rassegnazione.
Venerdì sera sono tornato a casa e ho provato una delle più grandi emozioni della mia vita.
Il mio romanzo era sul letto.
L'ho fatto stampare per poterlo spedire a qualche casa editrice.
Non me capacitavo; ho scritto un mattone.

200 fogli A4 carattere times new roman 13.

Porca troia, e io che pensavo di aver scritto poco.
E' stato come vedere mio figlio appena nato.
Obeso, ma simpatico
Davvero bello.
Non lo leggerò mai più, a meno che non me lo pubblicheranno.
L'ho letto 13 volte.
Quasi lo odio.
Ok, basta, c'è un sacco da leggere.

Enjoy.

NATALE QUI, SULLA TERRA
La luce non c'è più, si sta facendo notte. Ogni volta che vado al bagno accendo la luce del corridoio
per vedermi a malapena, non mi piace molto la mia brutta faccia. Piscio col navigatore satellitare,
sperando di far centro. L'incontro con lo specchio servirebbe solo a finire di peggiorare una giornata
partita guasta in partenza.
Natale è tornato anche quest'anno; è solo colpa di chi non gliel'ha impedito.
Eccoci qui, più avvelenati, vecchi, stanchi e impauriti dell'anno precedente, quando avevamo fatto
capire al vicinato che ci vuole poco a scatenare l'inferno sulla terra, e che quello che pensi sia il tuo
migliore amico può diventare il peggiore dei demoni vendicativi e fastidiosi.
È stato un anno strano, passato tra sensi di colpa e colossali bevute ma non è stato come l'anno
scorso. Qualcosa, forse il sempre più vicino e mordace senso di vecchiaia
(a ventiquattro anni)
ci ha impedito di vivere come in passato.
Parlo di quello stare male controllato che ci piaceva, era ovattato, ed era piacevole nuotarci in stile
libero, una meraviglia, territorio conosciuto. Come Foster Wallace, giocavamo circondati, se non
immersi, dagli handicap atmosferici e da quelli propri del campo di battaglia stesso, eppure
eravamo felici, li sapevamo usare a nostro favore, a discapito di avversari che pensavano di poterci
sopraffare in partenza, causa evidente superiorità di mezzi.
A primo impatto.
Quest'anno.
No, dobbiamo replicare una clamorosa vittoria nei confronti della comunità; non cambieremo di
certo il mondo, ma forse ci aiuterà a stare meglio, perché alla fine il mondo è il microcosmo che ti
circonda e nulla più; se gente in Africa muore di fame ti rattrista soltanto perché te lo hanno
insegnato.
Spiego meglio. Il più delle volte, quando per caso passi di fronte ai necrologi e scopri che è morto
qualcuno che conoscevi:
A) Pensi/dici una frase di circostanza
B) Soffri un attimo, così per fare
C) Passi senza curartene; “io priorità di me stesso,” per dirla breve.
Ecco; se questo succede con persone che avete quasi vissuto in prima persona, figuriamoci quanto
ve ne può fregare di gente che non avete manco visto dipinta, neanche provata a pensare per
sbaglio.
Mi faccio una spremuta d'arancia di salvataggio, gli anni si fanno sentire nella zona biliare, non
avrò mai tanto bisogno di vitamine come adesso, è logico che non potremo fare ciò che faremo da
sobri. Prima cosa ci perderemmo metà del divertimento (a furia di bere identifichi, e poi confondi il
divertimento con il bere; nel nostro caso non l'abbiamo confuso, lo abbiamo trasformato senza farlo
trasmigrare) e poi perché non abbiamo abbastanza palle per compiere da sobri malefatte del genere.
Non mi sento un super eroe ma neanche un vigliacco dell'ultima specie... potrebbe succedere che
nel momento x del ripensamento saggio venga a farci visita, più pigrizia, più stanchezza ecc.
Meglio tagliare la testa al toro.
Prendo il telefono e chiamo Tommaso, sperando di trovarcelo.
Anche quest'anno è come l'anno scorso; natale, parenti, bla bla bla.
Sai che novità?!
È la vigilia, è arrivata senza darci tempo di prepararci almeno un pochino. Ho un po' di paura. Non
dovessi trovarlo, andrebbe a puttane il mio annuo esperimento sociale. Ho bisogno di un complice,
una muta spalla involontariamente comica che mi sostenga e che mi faccia sentire una persona
migliore. Lo so, sono un figlio di puttana. Ma che ci vuoi fare? Everybody need somebody for feel
better.
Devo ripassarmi un pochino d'inglese.
Una manna dal cielo.
Un'anglofona sensazione di trionfo patinato esce dal televisore che trasmette imperatività
commerciale.
Ecco un altro messaggio da non so chi di lì da qualche parte; se Tom mi dà la sòla passerò questa
sera, in mezzo ai parenti, ancora più triste e non ci saranno catartici giochi per riscattarmi.
La tombola dovrebbe essere catartica ma la catarsi in sé non è mai pallòsa.
Almeno la mia.
– -Non ti preoccupare, dieci minuti e arrivo, - il suono dell'ottimismo dall'altro capo del ricevitore.
Per un attimo mi torna il sorriso, i miei denti tornano a vedere la luce solare.
Peccato che è sera.
Stappo un'Atlas e ne ingollo metà con un solo sorso. I ricordi che matematicamente (so io perché)
dovrebbero affiorare appassiscono, e una natura morta così piacevole non penso di averla mai
ammirata. Una breve botta di caldo e ancora sorriso, quello beffardo e artificioso della gioia auto
indotta mediante sostanze.
Mi viene da pensare a “tutto fumo niente arrosto/ tutta apparenza ma niente sostanza.”
Quelli che formulavano proverbi avranno fatto male i loro conti; mai sottovalutare le sostanze.
Le sostanze appaiono; eccome.
... per quel che possa voler significare/importare, e altri verbi di coniugazione prima che vi vengono
in mente.
La storia non è mai di chi la raccontata.
È di chi la.
Quanto cazzo ci mette ad arrivare... sto impazzendo.
Quando non riuscivo a dormire, l'anno scorso, pensavo fossero le preoccupazioni e cazzi vari.
Era il troppo alcool.
Neanche ora dormo molto soltanto che so cos'è
(di chi è)
la colpa.
Per sicurezza finisco l'altra metà del mezzo litro di oro rosso rimasto ad implorare sul fondo della
lattina.
Devo trovare un altro nome battesimo per la birra; “oro rosso” si addice più a sangue mestruale,
comparso mediante visione sciamanica, nella mente di un emoglobinofilo.
Ci siamo, ecco il citofono.
Mi stupisce; me n'ero dimenticato persino io, cervello bruciato.
E lui.
Li ha portati.
D'istinto lo abbraccio.
Ride.
La natura della sua risata non m'interessa.
Non ora almeno.
Rincuorante.
E usciamo a braccetto, amanti impossibilitati dalla propria assoluta quanto insicura natura sessuale.
Un cazzo di deja vu; nonnina natalizia sta dando lo straccio per le scale.
Secondo me c'è un disegno sotto, una cospirazione massonica o che so; è impossibile che ogni volta
che decido di uscire questa qua passa lo straccio, DI SERA, poi...
– Sto passando lo str... - , dice, mentre cerco di pensare a qualcos'altro, conoscevo la spiegazione
scientifica dei deja-vu ma non me la ricordo e non ho voglia di starmi a spremere il cervello per
una spiegazione che non mi porterà soldi o benessere psicofisico.
Quest'anno ho capito che il benessere fisico è più importante di quello mentale; se stai male
fisicamente col cazzo che puoi stare sereno.
Sto già pensando ad una tappa al bar.
Il mio benessere potrebbe scaturire dal loro malessere. Non so.
Eppure ci provo.
Tommaso ultimamente è eccitato, sarà che, sarà che, boh.
Sempre a cercare spiegazioni.
Non so se mi faccia piacere o meno, non ce lo vedo, LUI così felice.
Torniamo sempre lì.
Fa caldo, molto caldo, il costume deve essere almeno un paio di taglie più piccolo (almeno quello
che indosso io) e il cappello provoca un effetto stufa infernale intorno alla testa. Per non parlare di
'st'ingombro musicale che mi tocca a portare a tracolla, con unico inconveniente che non c'è una
cinghia che mi permetta di lasciarlo appeso come un salame al collo. Tom se n'è accorto e ride
come un maiale, il bastardo, ha un costume su misura e non è caloroso come me, la barba deve
fargli anche piacere.
Pensate, ci siamo impegnati bene, abbiamo frequentato un corso di due mesi per suonare questo
stramaledetto coso.
Solo a pronunciarne il nome mi vengono i brividi.
Sarà mancanza di amore o migliaia di micro ferite sommate insieme e cosparse di sale, in parte dal
destino, in parte da noi stessi e dal mondo?
No; il destino è un'illusione.
Il piano
(ha, ha, umorismo inglese; capirete a suo tempo)
l'abbiamo ripassato, ci manca solo farci i cinque Montenegro e bitter Campari giusto per essere un
pochino meno patetici e più convincenti.
Quel che si chiama “credenza popolare”.
Tom ride (basta, cazzo, mi stai facendo agitare) ma ha gli occhi socchiusi, si è calato perfettamente
nel personaggio, a me viene da vomitare, li ho bevuti troppo in fretta, come se questa volta mi
voglia sbrigare a concludere quel che devo fare.
... comincia a puzzarmi di lavoro e necrosi dovuta alla vecchiaia.
Dio mio inesistente, che brutta cosa che è.
Il barista non ci ha riconosciuto, possiamo cominciare il nostro giro.
Nella tabaccheria facciamo irruzione a rallentatore come fiacchi e imbolsiti terroristi pronti a
premere “on” sul dispositivo converti infedeli (al secolo “bomba casareccia”) che hanno attaccato
al corpo e cominciamo a suonare, il bastardo va a tempo, la cosa mi fa felice, significa che tutti i
pomeriggi passati a fare le prove sono serviti a qualcosa. “Astro del ciel” non è mai stata così folk
mista neo jazz, la gente è sbalordita e anche un po' spaventata, stiamo soffiando in queste cazzo di
zampogne fino a farci esplodere i polmoni dalle orecchie, serve a creare panico, inquinamento
sonoro estremo, da molti anni non girano gli zampognari elemosinai qui nel nostro felice e, soltanto
di facciata, quasi tranquillo paese. Il bello arriva quando vedo che tutti sono stufi della canzone
(oltre che essere un pezzo sentito e risentito non lo stiamo facendo finire mai, serve a creare ancora
più sgomento), io parto con un assolo, un blues in sol (visto che la stiamo eseguendo in questa
tonalità). Non riesco quasi più a suonare perché Tom ha cominciato a suonare le settime in ritmo
funky e sembra quasi che il pezzo sia stato profanato da Jamiroquai in ferrarofila persona, ora uso
anche io le note blues e ci guardiamo, intesa musicale, non smetterei mai. Mi va di traverso la saliva
ma non posso smettere, un attimo che ci fermiamo e scoppia il putiferio, suonare attraverso questa
barba finta da mezzo babbo natale è quasi impossibile, ho tre quintali di peli sintetici in fondo alla
gola, Tom si ferma. Non posso aspettare neanche una frazione di secondo o ci linciano.
BUON ANNO, BUON ANNO, GENDE, AUCURO A TUTTI UN FELICIE ANNO NU'OV E LA
NEASCITEA DI GGESU'!!!
Tento di scimmiottare un pastore analfabeta dislessico anche nel parlare. Questo serve a farli
calmare, la pena nei nostri confronti è aumentata di molte tacche. Sebbene siano tutte donne
anziane, sono molte, potrebbero sgozzarci quando vogliono, e qui dalle nostre parti non è una cosa
proprio ai confini della realtà.
CONTROLLA SUL VOCABOLARIO: “Quotidianità”
CONTROLLA SUL VOCABOLARIO: “Buona media di casi analoghi al minuto”
CONTROLLA SUL VOCABOLARIO: “Sempre”
Altro deja-vu; dimostrare a me stesso che le cose possono cambiare.
Quest'anno farò a meno della solita elencazione di parole da cercare nel vocabolario.
Devo inventare...
Mi avvicino pian piano (è per non barcollare) alla cassiera dell'esercizio, sfoggio il massimo sorriso
che riesce a concedermi la barriera artificiale barbona che mi sono dovuto attaccare al mento per
assicurarmi un anonimato totale. Devo aspettare qualche secondo, temporeggiare, non posso far
partire subito lo show; il barista non ci ha riconosciuto ma non fa testo, era mezzo ubriaco.
Se questa ci riconosce non posso permettermi il lusso di rompere i coglioni come vorrei, qui ci
vengo tutti i giorni a comprare le sigarette, e che cazzo.
Dico le prime cazzate che mi vengono in mente su Gesù, la madonna, i pastorelli
(dubito esista uno zampognaro che nella storia abbia detto cose del genere)
e tutti gli altri personaggi di quella pièce teatrale che si svolge nell'unico deserto nell'universo dove
ci sono verdi e fioriti prati vasti, la neve soffice soffice e i laghetti sotto alle palme non ghiacciano.
CONTROLLA A CASA TUA: “Presepe”
VEDI ANCHE ALLA VOCE: “Presepio”
Sono anni che vengo qui, sono stato sempre squadrato con lo stesso sguardo da inquisitore.
Ora non sta succedendo, è il segnale.
Posso scatenare l'inferno... giusto il tempo che queste vecchie del cazzo giochino la loro pensione
nella speranza che i due, massimo tre numeri sulla ruota x escano e buonasera a tutti.
Intanto pesco un Mon Chérì d'emergenza dal mucchio nella bolla di vetro, lo scarto e lo divoro,
sento l'alcool che sta svanendo, ho bisogno di un richiamino, se il cervello iniziasse a farmi notare
ciò che sto facendo sarebbe davvero l'orrore.
L'anno passato abbiam fatto casino con i cani, mentre ora, visto che la tv si è inventata questa “crisi
economica estrema” vogliamo fare i soldi.
La volta precedente è capitato che ci davano i soldi senza che noi li volessimo, ora è il contrario.
Eppure anche 'sta botta abbiamo un altro scopo.
... e che noi abbiamo un concetto diverso di moneta...
Via libera, diamo fiato alle trombe, tanto a sfiatarsi non saremo di certo noi.
– Signora buonasera, - già il mio cambiare tono di voce la sta facendo stranire; ha ottant'anni
eppure è ancora abbastanza sveglia per inquietarsi dei mali della vita, ma non tanto da non farsi
lavare il cervello da tutte quelle porcherie che trasmettono in televisione.
Destra sinistra; schiavitù non giustificata.
Pena?
La massima.
La fisso negli occhi tentando di emulare Bela Lugosi che si sta sforzando di non fare vedere che è
un vampiro che finge di essere un attore pagato per impersonare un vampiro misantropo, - questa
qui è una copertura. Non siamo veri zampognari. Siamo in incognito.
Lei sospira, come dovrebbe ipoteticamente reagire se venisse a sapere che la persona a lei più cara è
morta di morte violenta, e che lei è l'unica rimasta, tutti i suoi conoscenti e parenti morti, e la sua
pena da scontare sulla terra è “ultimi anni di vita terrena in solitudine,”
(titolo da romanzo post apocalittico di serie Z)
senza neanche qualcuno che di tanto in tanto le vada a cambiare il pannolone.
Mamma mia maledetta, quanto adoro il natale.
A differenza degli altri tira fuori il meglio nascosto in me.
Adesso fa la faccia di chi non capisce: - Cosa significa “inco” quello che ha detto lei?
Cerco di darmi un tono, il tono di chi si sta sforzando a rivelare l'irrivelabile, segreti che ne vanno
della vita di miliardi di persone, tutti felici e inconsapevoli equilibristi sopra un filo di bugie. E sul
fondo, travestita da tela protettiva una fitta ragnatela per intrappolare, aspettando che la grande
tarantola venga a consumare il suo macabro pasto.
– Noi facciamo parte del comitato, - e ci penso su. Come dicevo prima, non sono più quello di una
volta, improvvisare diventa sempre più difficile. Devo capire se dipende dalla pigrizia mentale o
che veramente devo darci un taglio con tutte queste sostanze mal tagliate.
Altro umorismo inglese; prima o poi devo fare un viaggio in Inghilterra.
Magari lì troverò qualcuno che mi capisce.
Riprendo fiato: - Il nostro comitato è formato da una elite di, be', sì, diciamo di “guardiani” che
tutto sovrintende.
Scanso la barba per fare vedere la bocca, è talmente rapita che potrei anche smascherarmi, tanto non
se ne accorgerebbe, è precipitata nella morsa tarantulotica. Indico l'esercito di sigarette che c'è
dietro alle sue tremanti spalle: - Le vede? Dove pensa che le producano? E domanda più importante:
CHI pensa che le produce?
È chiaro che non ci aveva mai pensato, come tutti gli altri sarà abituata a prendere tutto per quello
che è, a non indagare e a mangiare tutto quel che le viene messo nel piatto.
TANTO L'ADDETTO AL RANCIO E' BUONO E CI SI PUO' FIDARE, ANCHE SE NESSUNO LO
HA MAI VISTO E NESSUNO L'HA MAI CONOSCIUTO.
– Mi sta dicendo che voi producete sigarette?
– Non solo. Ci assicuriamo che le sigarette vengano subdosinaptizzate correttamente, affinché voi
umani possiate godere appieno dei pregi e dei benefici che scaturiscono da una semplice inalata
cardiopolmonare, perché che le piaccia o no siamo NOI a fare la vostra felicità. Non ci ha mai
fatto caso? Nonostante malattie e complicazioni varie, i fumatori sono sempre più felici e
rispettosi dell'ordine rispetto ai non fumatori, e non mi venissero a dire che il fumo fa male più
di una passeggiata in centro, con tutto quello smog. Lo smog intossica, il fumo rende più
malleabili e più ben disposti verso una condotta morale pregna di principi valorosi, durante il
cammino di tutta la vita terrestre... della vita nello Scafaraiàntorrà non posso parlarle. Non ora
almeno, non è ancora pronta.
NB: il nome di quello strano posto che mi sono inventato ricorda vagamente qualche provincia
campana (n.d.r.).
Troppi concetti e paroloni, mi sono perso anch'io. Si vede chiaramente che non ha capito niente,
eppure è troppo rapita, probabilmente non ha mai sentito tante “stramberie” tutte insieme.
Mi concedo, come un messia benevolo: - Io sono un rappresentate, purtroppo, e vedo che non ha
capito, ma non si preoccupi. Quel che dovevo dire per prassi l'ho detto, è l'etica professionale che
me lo impone, tutti quei paroloni strani, - ora sorrido, il satana dei buoni, - e adesso tenterò di
spiegarle tutto con parole più consone al suo vocabolario. Nelle sigarette viene inserita una sostanza
chiamata Brainslave. Sarebbe molto complicato spiegarle che tipo di sostanza è, e da cosa si ricava;
le dico soltanto che è per il vostro bene, non siete in grado di gestire la situazione qui. Senza di NOI
sarebbe il caos. Le posso dire soltanto che la produciamo sul nostro pian... - , e qui mi blocca
dandomi soddisfazione selvaggia, stava seguendo (e io convinto di stare facendo un monologo di
preparazione di fronte ad un manichino morto come il polistirolo).
– Stava dicendo che questa roba qua la fanno sul vostro... pianeta?!
Esattamente, signora. Proprio così.
– Scusi, ma voi non siete di qua?
– Assolutamente signora, questo travestimento ci è stato fornito dalla nostra multinazionale, o per
meglio dire, la ditta nella quale lavoriamo.
– Ma cosa intende con “pianeta?!”
– Ha presente il sistema solare? Mercurio Venere Terra Marte Giove Saturno Urano Nettuno e
Plutone? Questo non è l'unico sistema in circolazione, ve ne sono di infiniti. NOI, con la nostra
progredita tecnologia, non ne abbiamo scoperti che 264 e siamo ancora all'inizio.
A bocca spalancata respira con la gola, solo con la gola, il naso tappato e gli occhi che cercano
rifugio dentro alle orbite, pagherebbe oro al suo dio per poter chiudere gli occhi, risvegliarsi sudata
nel suo letto e vedere che tutto questo è un incubo, che la vecchiaia gioca ben alti scherzi, più brutti
che svegliarsi bagnati o zuppi di merda.
Faccio quel che devo fare con molta teatralità, inizia ad urlare, cade dallo sgabello.
Mi avvicino.
L'abbiamo fatta svenire.
Mi copro le dita con la manica della giacca, abbasso la maniglia per uscire e cerchiamo di scappare
senza correre, roba che se...
No, non mi ci fate pensare.
Eppure, MISSION COMPLETE.
Piccola e consueta tappa al bar, ma prima ci nascondiamo in angoletto buio, devo risistemarmi il
trucco. Tom non deve pantomimare più di tanto, non è truccato, mentre invece io sì, porca troia
lurida impestata luridona.
Climax ascendente di insulti.
Contro me stesso.
Ci metto un paio di minuti, viene un trucco alla buona; non sono una cazzo di donna.
Queste strane guance rosse potrebbero tranquillamente passare per arrossate dall'alcool e dal freddo
(che dentro al mio costume non è mai entrato, e penso mai entrerà).
Dài, che sono ancora credibile.
Dài.
Scegliamo con cura il prossimo bersaglio (fortuna che avevamo pianificato tutto; devo smetterla di
illudere anche me stesso; con gli altri va bene, con me no).
Senti che pensieri... secondo me... è da curammi il cervello, pensato in un dialetto più vicino
possibile alla scaltra natura delle nostre agresti zone limitrofe.
C'è poco da scegliere, questa cazzata può funzionare soltanto in botteghe di vecchi, nessuno si
spaventa per cazzate carnevalesche come queste.
Di fatti quelli vogliamo colpire, i vecchi.
Loro non possono fare male a nessuno o sbagliare, perché stanno in casa ad aspettare la morte.
Potrebbe starmi anche bene.
Noi dobbiamo punirli perché gli sbagli, tantissimi sbagli, li hanno commessi in passato.
CONTROLLA INTORNO A TE: “Società alienata e alienante”
CONTROLLA NEL TUO PICCOLO: “Monitorizzazione omnia”
CONTROLLA NEL TUO CUORE: “Finti valori morali castranti”
CONTROLLA NELLA TUA MENTE: “Vuoto non colmabile auto resettante ogni attimo”
La colpa è nostra, abbiamo permesso tutto ciò senza opporci, anzi, godendo di tutto questo.
Ma è anche la loro.
Con gli scarsi mezzi di cui disponiamo possiamo farla pagare soltanto a loro.
Sarà che mi sto calando troppo nel personaggio marziano che mi sono preposto di interpretare?
L'anno scorso era la volta del ragazzo del coro, il palestrato fallito e il ninja di dio, stavolta io e il
bastardo Tom ci siamo evoluti, siamo rivoluzionari come i Rockets che ai loro tempi se ne escono
conciati come dei cazzo di sturacessi scintillanti producendo dell'indiavolato elcetrorobopop.
Dire “rivoluzionari e coraggiosi come David Bowie” è un'iperbole; quello era solo un frocio che si
mascherava da checca per fare ancora di più il frocio... e il film “Le ragazze della terra sono facili”
la sua bibbia postuma.
La bottega de “Gli antichi sapori di Norcia” è antica tutta, sia per i prodotti (questo dover
continuamente accostare il concetto di bontà a quello di tradizione antica non lo capirò mai) che per
la gestrice. Quasi mi dispiace dover stravolgere l'esistenza a 'sta signora.
A parte questo negozio, e un altro ancora, non mi sembra vi siano altri gerontoesercizi in zona.
Quando si deve compiere un'azione dimostrativa chi viene colpito viene colpito.
CONTROLLA SUL SAPIENTINO: “Impossibilità di discriminazione”
CONTROLLA SGLI APPUNTI DELLE MEDIE: “Legge del taglione con qualche decennio di
ritardo.
Un'altra jam session improvvisata mi rianima, ho l'adrenalina a mille, quasi quasi me ne voglio
andare via, quando la signora ci fa l'applauso chiedendo il bis.
Questo negozio è sempre vuoto, lo posso capire.
Questi prodotti sono un lusso e “lusso” al giorno d'oggi significa futile moltiplicato all'inverosimile,
esigenze che nascono ed esistono dal momento in cui l'uomo capisce che sono stati inventati beni in
grado di colmare tali bisogni.
Che schifo.
Inizio il discorso con una presentazione simile a quella di prima ma non attacca, la signora è
altamente recettiva, capisce quel che le sto dicendo. Mi inquieta il suo non reagire con stupore,
come se fosse una cosa che le capita tutti i giorni.
CONTROLA NELLA CRONACA LOCALE: “Marziani zampognari”
CONTROLLA SU EVENTUALI TABLOID MINORI: “Rappresentati musichieri e barboni”
Tento di improvvisare una fantomatica storia di formazione sulla genesi dei suoi preziosi salumi.
– Ha mai conosciuto il suo proprietario? Voglio dire, il padrone della ditta che produce i suoi
affettati?! Si è mai chiesta chi sia costui, perché conosce il suo nome... o almeno così crede.
Potrebbe anche essere che ha visto la sua foto. Eccola, addirittura stampata su ogni prosciutto. E
lei pensa davvero che quell'anziano simpaticone stia dalla mattina alla sera a macellare bestie e
a renderle affettati per le tavole delle famiglie di “come si chiama questa nazione”, ah, sì,
italiane? Se è così, le assicuro che si è sbagliata.
L'onnipotenza eccola, mi avvicino, lei si fa indietro, l'inquietudine che ti morde il collo e quando
stai per massaggiartelo ti morde anche in altre parti del corpo, facendoti capire quanto galera sia
l'esistenza all'interno di un corpo mortale.
– Tutto questo è un esperimento, un progetto. Il signore che vede stampato sui prosciutti è
Hazlanvagnigovczsx Massaraxapagliiuteratis, supremo signore di Vagdamacavermort, la
NOSTRA sacra galassia. Vi studiamo da quando siete comparsi su questo pianeta che a noi
sembrava così insignificante, eppure guarda dove siete arrivati. Vi curiamo da sempre. Abbiamo
riso di voi sin da quella civiltà che costruiva le piramidi, e ogni tanto venivamo a farvi visita,
portandovi qualche souvenir. Non vi abbiamo mai distrutto perché ci adoravate, ma ora siamo
tornati per vendicarci, perché ci ridicolizzate.
Sempre più vicino, la tigre stringe all'angolo la formica: - Se io le parlo di alieni, lei che fa? Si
mette a ridere o fa ciò che di più scontato esiste. Non ci crede. Lei e tutti voi terrestri dovreste
essere soltanto riconoscenti: se l'apocalisse di cui voi parlate in quello schifoso e inventato libro non
è scoppiato è perché ci servite ancora. Mi segue?
Ha le lacrime agli occhi: - Sì... ma... scherza, vero?
Allora lo faccio, come dalla tabaccaia, e si butta per terra, la faccia nascosta tra le mani. Urla il
rosario, preghiere su preghiere.
Usciamo a razzo, qui sono cazzi.
Al bar iniziano le risate, anche da ubriachi lerci ci stiamo rendendo conto della spassosa inutilità
delle nostre azioni, un vezzo, una oscarwildata dandyana esagerata all'ennesima potenza negativa.
Se il conte Sperelli e Des Esseintes potessero vederci.
... ma saranno mai esistiti?
Boh; se esistiamo noi alieni, perché loro no?
Ecco il momento in cui Tom, da suppellettile, si trasforma in dispensatore di verità assolute.
CONTRLLA NELLA TUA VIDEOTECA: “Silent Bob amico mio”
CONTROLLA NEL TUO ARCHIVIO VIDEO: “Ciccione muto che quando parla parla”
– Non è che ci passiamo i guai per questa qui? Sto ancora pensando alla tabaccaia. Non aveva un
bell'aspetto.
– Ma che cazzo te ne frega?! Gliene frega al mondo di te? Figurati se gli frega di una che stava
per schiattare. Se si sente male, cazzi suoi. A quell'età il cuore che cede è più facile di una
scopata fatta imbottito di Viagra e cocaina boliviana quasi pura al cento per cento.
– Se lo dici tu...
– Non è che lo dico io.
È COSI' E BASTA.
Non sono proprio un figlio di puttana, un po' in colpa mi ci sento. Ma se non ci divertiamo, che
cazzo lo abbiamo fatto a fare?
Guardo negli occhi il mio grillo parlante che non serve, il mio gufo saggio solo in determinati
momenti, il mio animale Disney di natura massonica e satanista.
CONTROLLA NELLA MENTE DI TUO FIGLIO: “Messaggi subliminali anche ne “La
sirenetta”
CONTROLLA NEL FUTURO DEL TUO PARGOLO: “Simboli massonici e citazioni
esoteriche ovunque”
CONTROLLA NELLA TUA QUOTIDIANITA': “Sottovalutare l'innocuo sempre e comunque”.
Il male non necessariamente ha le corna e il forcone.
Al limite ha la barba finta e suona la zampogna.
Offro da bere a Tom e a tutti quelli che ci sono al bancone; almeno non finirò all'inferno nel quale
non credo.
... come se ci fosse un inferno peggiore di questo.
Ci è rimasto un solo negozio da visitare e poi anche quest'anno avremo saldato il nostro debito con
la novella dickensiana “canto di natale”
E con Charles Dickens stesso.
Evelyn me la sarei fatta ma poi quando ho appreso che negli anni settanta è uscita dalla sua tomba
ho cambiato idea.
All'accettazione totale della necrofilia ci devo ancora arrivare.
Per ora sono fermo al dangling e al feticismo dei piedi in generale.
Lo scato penso sia la fase successiva.
Qui caschiamo male, è pieno di gente. Certo che siamo proprio sfigati. È la vigilia e ti pare che
all'ultimo momento il fioraio non si riempiva? Quanto odio questo dover regalare per forza. State
rompendo i coglioni con questa cazzo di crisi e che fate? Spendete i soldi per qualcosa che non
campa più di qualche giorno. Va be' che l'attimo è da cogliere ma cogliete l'attimo, non i fiori.
Un attimo può essere eterno.
Un fiore è una colonia di pidocchi agglomerati.
Eppure entriamo, ho voglia di suonare, un bell'assolo in sol, questa volta usando la pentatonica e la
scala minore armonica, figurandomi Malmsteen che tenta un solo di Ocarina su un pezzo tragico
degli Impaled Nazarene.
Uno a caso di Tol cormpt norz norz norz, tanto il disco è tutto uguale.
Bella la parte dove la bestia satanica si incula il bambino piangente, tra le urla del gallo e dei
dannati torturati per l'eternità.
Come ora, mai stato tanto natalizio.
Il loro disgusto è chiaro, tanto che il fioraio cerca di cacciarci a pedate in culo. Tento la falsa strada
della cordialità ma non vengo accettato, ci stanno odiando dal profondo dell'animo, almeno trenta
persone che sono rosse di odio, poveri straccioni schifosi alieni che vengono a guastare le feste
della gente perbene.
Faccio grugnire la zampogna, neanche John Zorn c'è mai riuscito così bene e togliamo il disturbo,
soltanto dopo esserci goduti la faccia schifata (e a tratti spaventata, di alcuni di questi terrestri
omologati patetici e consumisti, quando l'unica cosa consumata che vedo quiddentro è la loro anima
mai esistita).
L'anima è una scusa redditizia, per questo che la venderei al diavolo.
Ma neanche a quello credo.
Al giorno d'oggi non credere è una bella rottura di coglioni; come fai ad illuderti, sennò?
Dal fioraio a casa nostra è tutto un ridere alternato a qualche minuto di silenzio.
Leggera inquietudine.
Prima di entrare da quel vecchiaccio non mi ero rifatto il trucco; meglio così. Mi controllo nello
specchietto che mi sono portato
(fottuto a mia madre)
per vedere quanto ero riconoscibile.
Ho vinto, malgrado il verde squame.
Ci salutiamo e andiamo ognuno a scontare la nostra condanna familiare.
Domani si vedrà.
Ci incontriamo al bar, io e il bastardo. Neanche tentiamo di raccontarci qualcosa di ieri sera,
sappiamo benissimo com'è andata.
NON è andata.
È rimasta, e rimarrà come un immenso fardello, sempre così, ogni 365 giorni che passano.
... ma se vogliamo vedere per forza chi sta peggio... prendi le vittime di guerra...
... no, almeno loro non dovevano giocare a tombola.
... almeno non con i fagioli come segna cartella.
Il caffè mi smuove lo stomaco ancora pregno di tutto lo schifo che ci siamo bevuti ieri prima
durante e dopo l'alien tour.
Non vado a cagare per pigrizia.
– Chissà come sta la tabaccaia, - dice Tom
– Che cazzo me ne frega. L'importante è che la sua famiglia abbia passato un natale di merda, -
sbadiglio io.
– Ma da quand'è che sei diventato così cattivo? - chiesto con voce molto soap opera.
– Da quando il mio culo s'è ricolmato di cazzi malati.
– Io tutto questo mondo contro di te non l'ho ancora visto, - dice con voce da bimbo pentito.
– Ma scusa... non ti ricordi cosa ti ha fatto il figlio della tabaccaia? Con la scusa che eri ubriaco,
per uno piccolo segnetto che gli hai fatto sullo sportello dell'auto si è fatto rimettere la portiera
nuova a tue spese, quel bastardo pieno di merda.
– Forse hai ragione, ma non ti sembra... troppo?
– Mi sembra troppo come la reazione che ha avuto tuo padre, reazione che non avrebbe mai avuto
se non fosse mai esistita quella cazzo di portiera leggermente rigata.
– Lo sai che la gente si fissa con la macchina e cose così.
– So solo che tutti hanno un perché e relativa scusante. Tutti tranne me, alla faccia di fare la
vittima quattordicenne in lotta con questo e l'altro mondo. Anzi, ecco. Ieri sera venivamo da un
altro mondo; siamo giustificati.
– E bravo, come al solito; te la suoni e te la canti.
– Sennò perché cazzo avremmo dovuto spendere soldi e due mesi di lezioni di zampogna?
Ridiamo e ci abbracciamo.
Non cresceremo mai e lo sappiamo.
Comincia il secondo round, pranzo/continuazione dell'accadimento culinario obbligatorio di ieri
sera.
Ci si risaluta e le strade si dividono (lui ha i parenti a casa sua mentre invece io devo andare a casa
di mia nonna).
Ho lasciato l'auto.
Dove?
Occazzo.
Faccio mente locale, una mente dentro ad un locale, un locale, ci passo di fronte, è l'unica strada.
Questo locale.
Ci siamo stati ieri sera.
È natale, ma non è chiuso per natale.
Fuori dalla tabaccheria un cartello.
CHIUSO PER LUTTO.
Ho un brivido che mi fa sentire sorpassato; ho soltanto 364 giorni per pensare a cosa potremo
inventarci l'anno prossimo per movimentare un altro po' di vite piatte.
PS: Per caso vi siete chiesti o non vi siete chiesti cos'era quel trucco che mi sono dovuto applicare
un paio di volte, mentre Tom il silenzioso no (e la cosa si può pure capire perché con barbone e
cazzi vari chi ci riconosceva)?
Ma è normale e ovvio, monsieuer Poirot de li miei cojon.
Dovevamo mettere un bel rosa acceso per coprire il verde squamoso che c'era sotto.
Eh, sennò come facevamo?
Puoi dire a chiunque che sei un rettiliano, ma fino a che non ti strappi la faccia e mostri il tuo
subepidermideo verde e squamoso come fai a farti prendere sulla parola?
Secondo me è stato questo che ha fatto fermare per sempre il cuore della tabaccaia religiosa.
Il suo cuore non ha retto che, anziché il suo cristo sulla croce, il mondo è governato da dei cazzo di
lucertoloni che hanno come attività ludica principale alcool&zampogne a gò gò.
Di fatti siamo stati proclamati gli ZZTOP del nostro pianeta.
Come mi ero inventato che si chiama?
E chi cazzo si ricorda.
Poco importa, mai credere a queste cazzate.
... ma se Morgan dei Bluvertigo ci ha assicurato che esistono altre forme di vita e ci ha preso pure
un premio importante... la cosa m'inquieta non poco.
Vado al bagno a scuoiarmi; magari da qualche parte un microchip ce l'ho.
Magari.
Forse.
... chissà se su Google da qualche parte c'è l'indirizzo di Tom Cruise o di John Travolta.
Mai sentito tanto il bisogno di farci due chiacchere... a parte dopo aver visto “Risky business” o
“Codice Swordfish.”
Il cinema costa un bel po' e se vai a vedere una puttanata e pensi che sono soldi buttati...
... va a finire che ti incazzi.
... ma è solo colpa tua.



AUGURONI LURIDONI A TUTTI, CI VEDIAMO SETTIMANA PROSSIMA COL SAGGIO SUL PRESEPE.



GRAZIE ANCORA



4 commenti:

Anonimo ha detto...

porcoilcazzo!
non sapevo della tua vera verdastra natura...ora tutto mi è più chiaro...ed io che cominciavo a interessarmi di filosofia quantistica!

Anonimo ha detto...

delirante, esilarante...il tuo genere...grande andrea.
Ti auguro buone feste, se credi, perchè non l'ho capito,e buone mangiate...la cosa migliore di questi periodi.
Ti vorrei dire fai un salto sul mio blog, però lo chiuso, non ci andava un cazzo di nessuno a leggerlo. Ma tanto mo ci rivedremo per girare il corto, speriamo esca un bel lavoro.
Ciao...aspettando la prossima settimana per gli aggiornamenti!

fra ha detto...

Ciao!Sono davvero contento per il tuo libro ,dev'essere stato emozionante vederlo li, stampato per intero, il primo libro!!!!Io sono sempre più convinto di lavorare nell'editoria...è la mia passione...chissà che un giorno....comunque se lo mandi a qualche casa editrice prova anche : edizioni spartaco , corso ugo de carolis 18,81055 Santa Maria Capua Vetere (Ce),0823797063
è una piccola casa editrice , ma molto interessante, è proprio dove abito io, prova....
Fra

Alessandro ha detto...

Ciao mito! ma come si potrebbe fare per leggere la creatura? (per forza tenderLe un agguato dalle parti del Bar Code??) Un in bocca al lupo gigantesco!