domenica 28 dicembre 2008

SAGGIO DI FINE ANNO SUL PRESEPE







Cazzo, è andata via la luce, fortuna che avevo scritto poco.
Fortuna che merdoffis ha il ripristino documenti (con un unica pecca: il foglio te lo ripristina bianco, il che serve poco al cazzo e niente a me quindi un cazzo globale, ma sono no global e globalizzare per il globo è accettabile come tentare di infilarsi un mappamondo su per il culo e quando ti manca l'ultimo pezzo d'Oceania ricordarti che il ferreo regime di dieta macrobiotica che ti sei imposto da due settimane a questa parte te lo vieta, così come gli islamici non possono andare da Mc Donald se non per diventare loro stessi dei Big Explotion mac).
Senza offesa per i mangia kebab; lo mangio anch'io, soltanto che deflagro di meno e soltanto dal culo, non tutto intero come certa gente che si ostina ad andare allo stadio per fare a botte (e poi per ricordare la tabellina del due hanno ancora bisogno ditino aiuto)
Come il sottoscritto; a mettermi in difficoltà sono le seguenti tabelline:
6 (dal 6x 7 è un po' nu burdill)
7 (ma troppo troppo)
8 (fino al 48 fila liscia come l'acqua ma poi quando non si parla più di guerra perdo interesse)
9 (la so a menadito, precisamente il dito che meno è l'indice della destra, operato tre volte e riattaccatomelomi per miracolo in seguito ad un brutto incidente... e SUONO ANCORAAAAAAAAAA)
Queste feste di natale.
Queste feste.
Strane, molto strane; forse un giorno ve le racconterò; sicuramente la prossima cosa chi scriverò sarà un saggio su Marco Masini perché porca troia penso sia da Guinness dei primati (l'ho riascoltato ieri sera dopo una vita; in macchina di Enzo, non c'era altro e avevamo voglia di farci due risate... amare).
Un'esperienza unica, da ascoltare in modo critico.
Ok, come promesso 'sta settimana pubblico il saggio sul presepe.
L'ho regalato STAMPATA DA ME STESSO MEDESIMO IN QUASI PERSONA E PER GIUNTA FIRMATO ad un po' di gente ed è stato parecchio apprezzato... ogni tanto un pochino di benzina all'ego ferito fa sempre bene (se poi, come me, non hai mai posseduto un ego/autostima allora sì che puoi passare un natale sverminato).
Spero vi piaccia/spero vi interessi/spero lo leggiate tutto/spero...
BASTA: COME HO GIA' DETTO UNA VOLTA (wow, è senza stima eppure si auto cita, alla faccia del cazzo bernardo) UNA VITA PASSATA A SPERARE E' UNA VITA VISSUTA COL CULO e purtroppo so che ci piace il culo perché è la versione non capezzolata delle tette e anziché fungere da muccaerogalatteaibordidellastradachecon50centesimitidannomezzolitrodilattefrescoperòèpreferibilefarlobollireprimasennòforsetifamale serve a sparare la merda, gli scarti di quel che hai mangiato, e mi chiedo perché, se il vino è rosso, quando lo ricaghi la poltiglia polentosa è nera tendente alla tenebra totale?!
Ok; lez tuis eghen.




PRESEPE: RAPPRESENTAZIONE ASSURDA DELL'ASSURDO
Molto spesso (anzi, quasi sempre) la gente fa le cose tanto per.
Sarà necessità di riempire i vuoti spazi della vita o bisogno impellente di passare il tempo in
maniera pseudo costruttiva senza sentirsi troppo in colpa verso il “dio x” delle razionalizzazioni?
Certe cose si fanno per non indebitarsi moralmente con la vita che ci hanno insegnato, ed è proprio
per questo che la società ci ha programmato.
Vivere come loro comandano, dandoci l'illusione che il nostro sia libero arbitrio.
Se non lavori sei un fallito, un peso per la società, un inetto, devi sentirti in colpa.
Se non produci arrechi male a te stesso (se non tieni “attivo” il cervello e il corpo è male) e alla
società (non hai i soldi per fare andare avanti l'economia, e intanto 'sta storia della crisi l'hanno
inventata loro e noi abbiamo fatto sì che diventasse una realtà tangibile).
Tutte cazzate strumentali.
Sono le 5:23 del mattino, secondo i miei standard ho dormito pure troppo (certe notti la macchina è
calda e vi giuro che dormo tre ore frammentate, manco di fila) e sono un pelo rincoglionito ma non
è importante.
Quello che è importante è che sto scrivendo.
Il mio riempi vuoti, il modo che ho per giustificarmi con me stesso e la società, scusarmi e sentirmi
produttivo in questa situazione permanente da disoccupato. Primo Levi non è mai stato tanto
attaccato alla vita.
Io un po' di meno.
Quando hai la pancia piena e il culo al caldo fai meno caso a certi aspetti dell'esistenza.
Quel che mi spinge a scrivere è quest'incombenza natalizia, la rappresentazione puppazzoica di uno
degli eventi più inventati e mobilitanti della storia dell'uomo.
Ieri sono andato a casa del mio amico Enzo, una persona che, non riuscirò mai a capire perché, ha
sempre la giusta opinione su ogni cosa.
È uno che non sbaglia mai (almeno per quel che ho visto io; vi assicuro).
Ieri a casa sua c'era qualcosa che non andava.
Ma poi mi sono chiarito coll'universo e coi tarocchi.
Lo aveva fatto il fratello, questo dannato presepe.
Il presepe, per me, una volta era una passione, un evento catartico atto a mettere alla prova il mio
talento, misto alle sacre arti religiose. Un presepe ben fatto, ai più, dà una certa sorta di piacere,
indipendentemente dal credo politico e calcistico; se tifi (o come si dice “porti”) l'Albinoleffe o il
Cerignola footbool club (squadra minore della “dàdenz liggue” inglese di Bari) un presepe è.
Un presepe.
Il presepe è la rappresentazione del natale del male, come direbbe il grande Benson, l'urgenza
spirituale di rappresentare la più grande favola mai raccontata.
Questo, almeno inconsciamente, lo sanno tutti, soltanto che molti non fanno caso ai particolari, ed è
proprio di particolari che parla questo saggio.
Quando fai il presepe stai mettendo alla prova la geometria oscura che segretamente regola le leggi
matematiche del mondo, stai scherzando con la giustizia divina e l'atavico coraggio dei santi burloni
che la notte di Halloween ti rispondono: “Hallo... che? Io sono San Gennaro, questi linguaggi non li
spiccico”.
Il fratello di Enzo e sua madre, dopo, hanno capito cosa volevo dire.
Almeno spero.
Allora, mi rivolgo a voi.
Sicuramente anche a voi piace il presepe (o comunque adesso, a casa vostra... ci sta).
Dài, che lo so!
Non so se avete rispettato le sacre proporzioni reali e la logica mistica di questa catartica quanto
trigonometrica e pupazzoica rappresentazione mistica.
Prendo come esempio il presepe di Enzo perché tanto lo so (sono anni che vedo di queste cose) che
un po' dappertutto è andata così.
Mettetevi una mano sulla coscienza e ditemi se è il contrario.
Mi farete risapere.
Bere un angelo azzurro al pomeriggio è qualcosa di impagabile.
Ma solo se sei già ubriaco.
Nella realizzazione di un presepe anatomicamente corretto, uno di quei famosi dettagli ai quali la
gente non fa caso sono le proporzioni.
Tutti pensano di essere assolti dal divino tribunale del buongusto soltanto perché stanno spendendo
tempo (e forse anima) nel rappresentare la nascita di Gesù. Che vi piaccia o no, nel presepe, come
nella vita, ciò che fa la differenza sono i dettagli.
Se dico dettagli uno pensa subito a minuzie, cose piccole.
Ed è qui che casca l'asino col bue, perché siamo di fronte a una delle più grandi antitesi della storia,
ossimori religiosi non voluti perché non pensati ma che... ci sono.
Ci stanno eccome.
Uno non può fare cose del genere: ma come cazzo fanno Giuseppe e la Madonna ad essere grandi
quasi quanto la capanna?
Se ci pensate, in ogni presepe Giuseppe e Maria stanno in ginocchio. Una persona che sta in
ginocchio, e quasi con la testa tocca il soffitto di casa sua... cazzo, questo si chiama “gigantismo”.
“Giuseppe e la madonna, a 'sto punto,” penserebbe un estraneo di un altra religione avversaria,
“erano due freaks.”
Il che potrebbe starci: le religioni hanno bisogno di magia per creare/formare più fedeli, di
conseguenza nessuno si era inventato una religione coi freaks; ci abbiamo pensato noi, noi e il
nostro gusto per il “sempre più grande” (simpatica caratteristica presa in prestito e fatta nostra dalla
cultura americana).
Un altro dettaglio presente in tutti i presepi è l'espressione affranta dei due genitori del padrone di
casa.
Giuseppe è ancorato al bastone come un vecchio decrepito e i suoi occhi dicono: “Già dormivo
poco, mo che questo piange tutte le notti sarà la fine; col cazzo che mi alzo io. Lei lo ha voluto lei
se lo culla di notte.”
La madonna invece, con le mani giunte in preghiera in realtà sta dicendo: “Perché a me, che cosa ho
fatto di male? Dove ho sbagliato? No, non voglio, ci ho ripensato, voglio tornare indietro.
Ma è troppo tardi; mai tornare indietro, neanche per prendere la rincorsa.
Parola di Ezechiele.
I genitori del creatore dell'universo...
L'universo esisteva già da un botto di tempo... ma il suo creatore è nato un botto di tempo dopo, da
due giganti macrocefali e... in una catapecchia.
Va bene che l'umiltà è la carta vincente dell'essere umano nei confronti dei suoi simili ma qui mi sa
che l'altissimo ha giocato un po' troppo coi sentimenti della gente, solo per farsi pubblicità.
Cioè, non dico l'Hilton, però se sei il creatore del mondo... penso non ti manchino le risorse
economiche. Cioè... creare il mondo in sei giorni e addirittura avere tempo per riposarsi... quanta
mano d'opera?
Quanti contratti part time?
Quante...
Quanto tutto?
Anche se aveva assunto i costruttori dell'universo a cazzo, cioè in nero (come il re magio di cui vi
parlerò dopo, quello sempre incazzato) qualche soldo avrà dovuto pur spenderlo, no?
Ed è nato in una mangiatoia di freaks.
Il deserto è famoso per le sue escursioni termiche: temperature equatoriali nelle ore diurne,
temperature polari alla notte, si sta parlando di sbalzi di quaranta e passa gradi atmosferici.
Nel presepe molta gente gira a mezza manica, alla faccia dell'atermia terminale.
E sono pure felici.
Il sottoscritto è uno che non sente molto le temperature, anzi, è famoso per andare in giro a mezza
manica da fine marzo fino a metà ottobre.
Vivessi nel presepe... non me la sentirei così tanto.
Voglio dire, cazzo, guardati: stai di merda.
Ma come ti viene in mente?!
E poi, alla faccia dell'apparenza e delle buone creanze: stai andando a portare i tuoi omaggi al
datore di lavoro più famoso della storia e ti presenti come un pezzente?
Voglio dire, anche se hai pochi soldi e vai a trovare che cazzo ne so, il presidente della repubblica
(ma quello nella mangiatoia, che vi piaccia o no, indipendentemente dalla natura rustica e povera
nella quale ci viene presentato è il virtuale governatore supremo) andate in ciabatte e canottiera?
Quello potrebbe dirvi: - Dove cazzo sta andando, al mare?
Voi potreste rispondere che dal '92 siete dei fan accaniti di Baywatch, che dopo le tette di Pamela
Anderson l'espressione “finis Africae” ha avuto davvero significato, quando pensavate che era
soltanto letteratura troppo alta e pallosa per essere seguita (non puoi farmi quaranta pagine che
parlano della facciata di quella cazzo di abbazia, questo si chiama autopunizionenonocatartica, cario
mio Umberto Eco).
Oltre a questa mezza manica cafona teramana, da gente sprezzante delle regole, un dettaglio che mi
fa ribrezzo e mi lascia pensare non poco è la situazione di semi invalidità degli agnelli.
Quanti pastori in quanti presepi, alle due, le tre del mattino, con diciotto gradi sotto zero, sono
costretti a portarsi l'agnello sulle spalle?
Un sacco.
Vedete tutti 'sti cazzo di pastori con gli agnelli sulle spalle e non vi sorgono spontanee un sacco di
domande?
Ma che, ci stava un'epidemia tetraplegica?
“L'agnello pazzo”, cugino embrionale della nostra vacca psicopatica alias mucca pazza?
Torniamo sempre all'esempio del presidente della repubblica: quello vi dà udienza e voi vi portate
con voi, che ne so, il vostro animale domestico?!
Il presidente vi direbbe: - La prossima volta (che mi impegnerò a far sì che non avvenga mai) che ci
vedremo le darò dei soldi, così potrà permettersi un cazzo di dogsitter. E ora fuori dai coglioni.
Una cosa simile.
Vai a trovare il sacro creatore e invece di portare, che so, una Viennetta o un vassoio (almeno da
dieci euro) di pasticcini porti il tuo animale?
Oltretutto zoppo?!
Sì, perché se se li imbarcavano sulle spalle vuol dire che erano mezzi invalidi e mutilati. Il pastore
ha sempre l'agnello in spalla e le altre bestie del gregge camminano con le loro forze.
Un'epidemia che colpisce un animale su cinque (la spiegazione di questa precisa e dettagliata
statistica a dopo).
Poi c'è il top: per risparmiare tempo e denaro i costruttori di pupazzetti presepici hanno inventato la
“catena religiosa zoomorfa”: le anatre sono sempre tre, attaccate al piedistallo. Le galline sono
sempre tre, anche loro in fila indiana.
Three is a magic number.
Ora nota la situazione di forte povertà ai tempi della Betlemme della belle èpoque: non c'è un
gregge che superi le cinque unità.
Ogni pastore non ha mai più di cinque elementi nel suo gregge.
Se dico gregge ti figuri una serie di animali, tanti tanti animali.
Quelli solo cinque.
... molto strano.
Strano e inquietante.
Bene, ora fate un bel respiro con una mano sulla coscienza e proseguiamo.
Per farvi riposare e per farvi un quadro meno frammentario della situazione faccio un breve
riassunto.
Betlemme, 2009 anni fa.
Nonostante le bombe, la televisione, malgrado Belgrado, America e Bush, con una bic profumata
d' attrice bruciata la guerra è cominciata nella mangiatoia di una casetta di freaks macrocefali.
Nonostante sua madre impazziva, suo padre pensava “Come ci sono capitato quaddentro?”
Era molto molto freddo, eppure queste spiacevoli e sfavorevoli condizioni climatiche non
impedivano ai contadini della zona di sfoggiare i loro completini estivi, facendo diventare il
deserto la succursale ufficiale di un'assolata spiaggia di Miami alle tre del mattino. I pastori (e
questo è un titolo nobiliare acquisito) andavano a rendere i propri omaggi, in divisa del tutto
informale, avendo per giunta la presunzione di portare con sé i propri animali domestici, senza
risparmiarsi quelli zoppi e mutilati.
Il salvatore vedeva questi mezzi surfisti a mezza manica con tanto di bestie mutilate al seguito e
pensava: “Va be', almeno loro sono usciti spiriti scaltri, invece guarda me che ho i genitori affetti
da gigantismo, talmente morti di fame che in vece dell'aria condizionata hanno comprato un bue e
un asinello che soffiano e soffiano di continuo... chissà se sono zoppi anche loro... sai che risate a
vedere babbo Giuseppe che si deve incollare sulle spalle il bue... sì, col cazzo.
Il monologo del SIGNORE potrebbe avere un seguito non male, ma devo andare avanti con l'analisi
analitica della sacra pantomima.
Torno sempre sulle mie orme perché sono nostalgico e perché voglio farvi capire di quanto siamo
abituati a prendere la realtà per quel che è soltanto perché ce l'hanno raccontata/insegnata/inculcata.
E come l'abbiamo digerita bene, oh, sì!
La nostra logica va a puttane perché dei signor nessuno, tanto tempo fa, hanno stabilito che le cose
sono così.
Così e basta.
Ora mi spiego meglio.
Deserto, freddo, bla bla bla.
Tu dimmi, come cazzo fa a starci la neve nel deserto?!
Quante volte vi è capitato di mettere la neve sul presepe?
Boh, c'è qualcosa che non va, non penso che una testa funzionante faccia cose del genere. Anche un
bambino sa che nel deserto non ha mai nevicato, semplicemente perché non può nevicare.
Non nevica mai dove sto io, qui al mare, figurati se adesso nevica nel deserto.
Voi direte “miracolo della santa notte.”
Scusate, ma se il creatore aveva i genitori giganti, una casa scassata senza neanche riscaldamento e
le prime cose che avrebbe visto (e già lo sapeva perché era onnisciente) erano dei surfisti con
appresso mini greggi mutilati... FIGURATEVI SE ADESSO STAVA A PENSARE A FAR
NEVICARE!!!
E ANDIAMOOOOOOO SU, DAI.
Non è possibile; qui abbiamo fuso in un ibrido meteorologico assurdo il mito del lappone albero di
natale con la pantomima dei soldatini sacri, perché vi piaccia o no, il presepe non è altro che una
partita a Risiko persa in partenza, dove al posto dei soldatini ci sono delle persone molto strane.
In mezzo a tutto questo meraviglioso idillio...
Il laghetto sotto alle palme non è ghiacciato.
... sarà che ho perso la capacità di sognare molti anni fa.
La logica è il veleno dei popoli.
La religione è la strada verso la conoscenza.
Forse sarà così... devo informarmi meglio.
Ci sono un sacco di cose che non quadrano nel presepe, tra queste spicca la stella cometa.
Va bene che il binomio puro e casto più famoso della storia, quello che generò il salvatore che
aveva fecondato sua madre (se dio è lo spirito santo, dio, Gesù e spirito santo sono la stessa cosa, e
lo spirito santo ha ingravidato la madonna, Gesù è figlio di sé stesso, si è scopato la madre, quindi è
nato da un incesto), era molto grande (questo binomio sacro) in senso di statura morale, ma una
super nova come fa ad essere più piccola di due esseri umani, per quanto sacri possano essere?
Ok, che è tutta un'allegoria e bla bla bla, ma se non si fossero rispettate le proporzioni ora la
cappella sistina sarebbe diventato un cazzo sistino, nel senso che sarebbe crollato, se non fossero
state rispettate le proporzioni..
Bisogna rispettare le proporzioni e il presepe non le rispetta mai.
Potete dirmi il cazzo che volete, che “è per fare il gioco di profondità/donare prospettiva,” “per dare
il senso di spazio ecc.” ma se in quell'ospedale manicomio che è il presepe uno deve stare a pensare
a queste cose allora siamo apposto.
Una stella cometa più piccola delle persone.
... sarà questo il mistero della fede?
Vado avanti.
Faccio un rapporto tra il giorno d'oggi e la rappresentazione del giorno d'oggi di allora, riproposto ai
giorni nostri.
Ora c'è crisi, almeno dicono.
C'è poco lavoro.
A Betlemme il lavoro non mancava mai.
Quanti persone che alle tre di notte (prendo sempre questo orario come punto di riferimento, le tre
di notte, per un fatto di praticità e poi perché fate due calcoli: quello è nato a mezzanotte, dagli il
tempo alla madonna di ripulirlo dal sangue vaginale, dalla placenta e da tutte quelle porcherie che i
nuovi nascituri si portano addosso; ecco, almeno un tre ore dovevano essere passate, no?) lavorano?
Bene: sempre a mezza manica, quante professioni ci sono all'interno del presepe?
Nel presepe di Enzo c'è una donna che vende pomodori, c'è il panettiere, quello che vende i pesci, i
pastori (va be', quello è scontato), il martin pescatore e c'è anche uno che è inginocchiato.
A Betlemme lavoravano più dei cinesi.
L'inginocchiato, questa figura è molto strana.
Provo a descrivervela.
Nella testa del fratello di Enzo (quello che ha fatto il presepe) la sua personalissima logica ha
collocato questa strana figura ai bordi del lago miracolato (quello che nonostante la neve e il gelo
non si è ghiacciato... cazzo, una notte piena di miracoli).
Questo personaggio ha la faccia ultra addolorata, la cosa fa strano perché l'addoloramento si sa che
è il mestiere della madonna, nessuno sa svolgere tale professione meglio di lei, eppure lui ci riesce
egregiamente. Ha un cappello rosso in mano, sembra uscito da un film del vaudeville (che all'epoca
doveva ancora essere inventato, mi sa) e ha l'aria di una persona alla quale la giornata è andata
molto molto male.
Con la MIA di logica sono arrivato a questa conclusione: è un elemosinaio che, incazzato con le
condizioni atmosferiche e quelle economiche
(le sue)
prende il cappello e lo lancia ai quattro venti, mandando 'affanculo il mondo, perché in quel
cappello avrebbero dovuto esserci degli spicci e invece niente.
Bontà, bontà e nessuno che ha pensato a lui.
Ogni presepe, come stiamo vedendo, scaturisce dalla becera logica del costruttore/assemblatore,
non c'è cosa più soggettiva di un presepe.
A confronto i quotidiani ragionamenti sono una cosa standard.
Escursioni termiche ma anche temporali.
Le lucine si accendono e si spengono; sta a rappresentare il giorno e la notte.
Nel presepe di Enzo le ore diurne sono pari a 25,43 secondi (li ho cronometrati, vi giuro) mentre le
ore notturne sono 10,54 secondi (li ho cronometrati anche questi, vi rigiuro).
Ora, lasciando perdere l'assurdità di tale concetto, voglio analizzare questa pippa mentale umana del
dover fare prevalere sempre la luce sulla notte. Che quest'allegoria, questa dualità di bene contro
male, luce contro notte, ying e yang esiste da sempre.... ma può essere che si debba inserire sempre
ovunque?
Ora potrei divagare come Foster Wallace, ma note a piè di pagina lunghe il doppio del testo stesso
sono pesanti e, in proporzione, è come Giuseppe e Maria grandi quanto la casa e più grandi di una
supernova, quindi vado avanti senza avvelenarmi più di tanto.
Nella storiella che ci hanno raccontato i re magi arrivavano alla befana (è ora che i termini iniziano
a farsi intricati; re magi, befana... ma che è???).
In ogni presepe i re magi sono presenti sin dall'inizio.
Si mettono subito, come le altre statuette.
Adesso, io non so che vita facessero i re magi, ma già che erano re vuol dire che soldi e fica non gli
mancavano mica.
Nella storia i re magi arrivano, danno il dono, fanno qualche apprezzamento di circostanza (“che
bella casa,” “cazzo il bambino com'è cresciuto,” “bello il bue, che gli date da mangiare?” ecc) e poi
ripartono per tornare a farsi i cazzi propri.
Se i re magi, già dall'otto dicembre arrivano alla capanna, che cazzo fanno tutto il tempo restante, in
attesa dell'epifania?
Alberghi non c'erano, la capanna era piccola perché... va be', lo avrete capito, il bambino si dice sia
nato il ventiquattro... che cazzo ci sono andati a fare così in anticipo?
Volevano auto punirsi per qualcosa?
Spiego meglio.
Se ad un vostro amico dite: “ci vediamo, non questa settimana, l'altra” il che vuol dire che vi
vedrete tra due settimane, che fate, andante a trascorrere quel tempo a casa sua?
Oltretutto il vostro amico non c'è; che cazzo ci andate a fare?
Con chi parlate, coi genitori?
Sarà... ma dovrete avere un sacco di cose da dirvi, sennò come lo passereste il tempo?
I re magi erano re con castelli e harem connessi... che morti di fame.
Sì, perché con tutti i soldi che avevano, che cazzo gli hanno portato?
L'oro posso capirlo, è sempre bene accetto, sopratutto dal clero.
Spiegatemi il peso emotivo dell'incenso e della mirra.
L'incenso non costa niente, non vale niente, è pure tossico (a parte gli Hauro shinka che dicono non
siano tossici ma io non ci credo) e la mirra la trovi in ogni bagnoschiuma, anche in quelli della
compagnia delle indie.
Farsi una traversata a piedi nel deserto notturno per portare cazzatine del genere al boss?
Secondo me è lì che il salvatore ha seriamente iniziato a prendere in considerazione l'idea di
scatenare l'apocalisse.
Un bambino che a natale si vede regalare praticamente un cazzo è una cosa grossa, che ti leghi al
dito tutta la vita.
Se poi ci metti che questo bambino era pieno di poteri magici... fate voi.
In molte case il re magio negro è stato abolito, da quel che so è perché la gente non si fida ad avere
esseri di colore che vagano liberi in giro per casa.
Questa è un'abitudine molto in voga nelle case del profondo nord, dove i re magi sono Gaspare,
Melchiorre e Umberto.
Ora proverò ad analizzare flora e fauna di Betlemme, perché vi piaccia o no, questa storia è
talmente miracolosa che non potete immaginare.
Giorni e notti che durano pochi secondi, nani, surfisti, macrocefali, neve nel deserto, laghi resistenti
alla glaciazione, re magi spilorci che fanno mille miglia per portare briciole al governatore del
mondo.
In mezzo a tutto questo ci sono un sacco di prati.
MA QUANTO CAZZO DI MUSCHIO CRESCE NEL DESERTO?
E non voglio dire altro su questo argomento; secondo me nei documentari di national geografic non
ci dicono e non ci hanno detto il vero.
Ogni anno sento il bisogno morale di andare nel deserto solo per vedere se veramente lì le
montagne sono fatte di cartapesta.
Secondo me è possibile, perché la neve cade in maniera controllata e non ce pericolo che i monti
franino a valle.
Rivedere le priorità; questo non lo ha fatto nessuno, tanto che v'è una statuetta che, in mezzo di
strada, sta cucinando qualcosa contro una parete di legno.
In mezzo al deserto, quando meno ve lo aspettate, potreste incontrare pareti di legno con angolo
cottura annesso.
I miracoli non finiscono mai, come non finisce mai l'erba, alcuni mettono il muschio, altri mettono
proprio il prato.
Si vocifera che il salvatore, di tanto in tanto, non disdegnava una partitina a golf, sfoggiando il suo
prezioso set di mazze preferito Tiger Woods (quel negro sì che gli aveva fatto un regalo fico...
incenso e mirra... puah!)
Si vocifera che ami anche l'omonimo videogioco per Playstation 3.
In mezzo a tutto questo degrado urbano, mai che si sia visto uno spacciatore o un tossico.
Non è una cosa normale: il problema tossicodipendenza è ovunque; vuoi che non ci fosse anche lì?
Norvegia, Svezia, sono i paesi col più alto tasso di suicidi del pianeta, questo perché avendo poche
ore di luce, le persone sono più portate geneticamente alla depressione cronica.
L'organismo, per produrre le endorfine e la serotonina, ha bisogno di luce solare, proprio come le
piante. Se i giorni durano pochi secondi come le notti, immaginatevi quanti depressi dovevano
starci all'epoca... e alla fine che fa il depresso? O si spara un colpo in testa o si spara una dose in
vena, non ci sono altre vie d'uscita.
Come facevano i tossici senza spacciatori?
Forse mi sono risposto da solo... ecco spiegati quegli angoli cottura sparsi in giro quando meno te lo
aspetti.
Ora i conti cominciano a tornare.
Ma la più grande innovazione è stata la presa di coscienza da parte di uno dei personaggi.
Questa me la sono lasciata per il finale.
Vi ricordate il tizio elemosinaro del vaudeville?
Era al lati del laghetto, sotto alle palme e urlava di disperazione, col cappello in mano. Non vi ho
raccontato tutta la verità; era ai lati del laghetto sì, ma era rivolto verso di me, verso il pubblico del
presepe.
Aveva visto che il presepe era una superficie, sopra ad una superficie, in una certa dimensione.
Urlava spaventato, aveva capito che loro non erano soli nell'universo e che il suo mondo era solo
una bugia, una creazione di un creatore senza neanche una vaga cognizione di proporzioni logico
spaziotemporali.
Aveva capito che la sua realtà non era altro che una piccola piattaforma, lo spettacolo per qualcun
altro, e che lui come gli altri freak di quella messa in scena erano soltanto pedine, gente che vive per
divertire altra gente.
Era triste perché si sentiva usato e sfruttato, dover stare per un mese e passa in riva ad un ruscello
con quelle cazzo di temperature e neanche un po' di luce solare per farlo deprimere di meno.
Il tizio del vaudeville mi ha fatto riflettere; non è anche per noi la stessa cosa?
Buon natale a tutti
Ps: occhio alle proporzioni.
E alla logica; non fate si che i filosofi siano morti invano

2 commenti:

Anonimo ha detto...

"Hai visto che proporzioni?" disse Giuseppe a Maria...

Cambia formato dei post (scomodissimo da leggere mentre con una mano si tiene un bicchiere di birra e con l'altra si molesta sessualmente una ragazzina); rendi le idee più compatte. Credi in Dio. Rinuncia a Satana. Produci, consuma, crepa. Stammi bene.

Stò

Anonimo ha detto...

La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu