lunedì 7 novembre 2011

TE NE VAI SI O NO? ECHECCAZZO!


TU SI CHE TE LO PUOI PERMETTERE





LA DOMANDA E' UN ALTRA: E' PEGGIO CREDERE AL BIG BANG O CREDERE NEL PRODOTTO?
CREDERE "NEL" ; UNA CREDENZA CHE DIVORA DALL'INTERNO, APPUNTO.








TI PREGO, NON ORA.
NE ORA NE MAI.
BASTA.





D’accordo, lo ammetto.
Ho una fottutissima paura delle persone.
Ma è così divertente.
Senza paura il mondo sarebbe più palloso che il mondo senza nutella (cioè un mondo di gente magra senza brufoli).

Suonano alla porta, vado a vedere chi è poggiando i piedi come un ninja per non fare rumore. Guardo dallo spioncino.
Giacca, cravatta, muso di pietra.
Prova a tirare fuori uno smagliante sorriso da “siamo amici dalla vita precedente, perché non acquistare il mio sensazionale prodotto”?

FAN-TA-STI-CO.

Già, penso proprio che aprirò.
Ma anche no.
No .
No.
Ecco, no.
Non è il caso.

Sei sicuro d’aver bisogno di comprare?
Ti occorre ciò che vendono?

UN BRAVO VENDITORE DEVE CREDERE NEL PRODOTTO.

Se mi sto educando a smettere di credere in me stesso, dal momento in cui non esisto, posso credere a un aggeggio o a un idea semi solida?!

Pazzesco, quante pippe escogiti l’ego per tenersi vivo e vibrante come un diapason senza ritorno.

Stiamo compiendo il famoso “balzo quantico” di cui parlava Osho.

Checcazzo è un balzo quantico?
Soprattutto chiccazzo era Osho.
Boh, io non lo so.

So di non sapere.
… dunque qualcosa lo so.
Non è così malaccio come pensavo.

All right.

Steve vai diceva che nel “futuro” il ruolo della chitarra sarà ancora importantissimo, sebbene nutra dei dubbi sull’utilità dei virtuosi.
Una grande prova di sé, per sé, darsi una simile zappata sui coglioni.

Tranquillo Steve, i virtuosi avranno un ruolo chiave in questa nuova fase evolutiva, soltanto che non saranno come te li immagini.

Perché uso il futuro semplice?
È semplice sì, ma il futuro è ora.

Prendiamo Erik Mongrain o il più Jukeboxiano alieno disumano Ewan Dobson.
Sono orchestre ambulanti.
Gli basta una chitarra per riproporre un intera orchestra, arrivando dove neanche il pianoforte (mio strumento preferito) è riuscito ad ammorbare.

I virtuosi, i Guitar Hero non sono più corridori della 6 corde, bensì orchestre a dieci dita e due palmi di mano.
… i palmi sono la batteria!

Sentir suonare gente simile è… indescrivibile.

Prendiamo un Michael Angelo Batio.
60000 note al secondo e gli ci avanza pure il tempo per un caffè.
Guardarlo può affascinare, far fare due risate.
Però è inascoltabile.

Bllblblblblblblblblblbllbbllblblblblblblblbl: una “b” e una “l”.
Due lettere come i coglioni che ti si gonfiano ad ascoltare ‘sto barboncino italo americano per più di venti secondi.

Quei chitarristi si ascoltano con gli occhi.

Ewan, Eric, Andy McKee e compagnia chitarristicante sono perfetti per un viaggio in auto, come sottofondo quando vi accoppiate tra il primo e il secondo tempo della partita di pallone.
Vanno sempre bene.

Perciò comprate i loro cd.
Sì, faccio il rappresentate per la loro casa discografica, soltanto che il mio sorriso è autentico, mica come a quello là fuori alla porta che aspetta, suona, va in un'altra casa, ripassa, risuona, poi va altrove, poi porca troia ritorna ancora e ancora.

EEEEEVAAAAAAAASHTAAAAAAAAA!

NON TI APRO.
NON TI A-PRO.

Si può essere così insistenti?
Sì.
È un lavoro anche quello.

Loro credono nel prodotto.

Me li figuro di notte, prima di andare a dormire, mentre rivolgono una preghiera al prodotto.

In economia il “prodotto” è un insieme di attributi tangibili e intangibili volti a procurare beneficio a un utilizzatore.

Ma se io utilizzatore sto bene, perché devo aumentare il mio bene?
Guarda che è così che si ingrassa!

E poi “utilizzatore” ; mi piace vedermi come un essere umano, non un “cittadino”, tantomeno un “utilizzatore”.
Il bello dell’economia è questo: disumanizzare, rendere numero e statistica ogni cosa.
E pensare che ci siamo inventati che l’economia è una “scienza”.
Pensate che c’è gente la studia tutta la vita… per proteggere il sistema.

Economiaproblemicrisieconomicaboomdeficitpil?

Comincia con togliere il “costo” del denaro e relativi interessi, poi vedi se avremo ancora bisogno di infilarci nella testa tutte quelle puttanate progettate dai signorotti con la cravatta nera per difendere i LORO interessi.

Mi sto lamentando.
Il problema è dentro.
Il problema non è liffuori.
Forse sì.
Sì.
Il problema è liffuori.

Suona il campanello.

Non è un virtuoso. Non suona la chitarra ne il pianoforte.
Magari ha una laurea in economia ma sa suonare solo il campanello.

Devo fare come Patrizia, installare un bottone che permetta di staccare il campanello.
Anzi, scollegare direttamente i fili.

HAI BISOGNO DI ME?
TI SERVO?

BUSSA.

Cazzo, bussate.
Niente dlin dlon.

Magari un cartello: “I GENTILI UTILIZZATORI DEL MIO SPAZIO VITALE SONO PREGATI DI NON AVVALERSI DELL’INAPPOSITO CAMPANELLO”.

Troppo lungo come cartello, la porta è piccola, la gente non ha voglia di leggere.

Come posso fare?

La carta “appellarsi a divinità per chiedere aiuto” la scarto, perché dovrei chiedere aiuto a me stesso, essendo io un dio distaccato dalle convenzionali diocesi ruba soldi lava cervelli.

Un dio ha il potere di staccare la testa a un miscredente, figuriamoci staccare il campanello.
Intanto suona.
Rivedo le mie personalissime convinzioni sulla terapeuticità della musica e sulla mia divinità.

Forse si, forse no.
La verità non sta mai nel mezzo, per quello ha freddo.


Utilizzare Vivation, riappropriarmi di tutto il potere energetico in me sarebbe una buona alternativa, peccato che non riesca a concentrarmi nel bel mezzo di simili concerti.

CONCERTO IN “SI MINORE” PER IDIOTA E CAMPANELLO.
Dirige l’orchestra il Maestro Ego.

Date fiato alle trombe, che riecheggino gli ottavini.
I fiati vanno bene tutti.
I campanelli… dio.

Sto ossessionandomi.
Mi sto ossessionando.
Sono ossesso.
È ufficiale.

Quando arriva la depressione post sbornia è difficile porsi in un ottica ottimista.
Be’, io potrei se…
Ho paura.
Sto dando la colpa a.

La colpa squilla.
Ora anche il telefono.
Ma porcodio.

Lunedì, giorno di luna.
Sapevo che non era giornata.

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